Dal libro "Marano-storie, tradizioni e immagini" del giornalista scrittore Enzo Savanelli
Verso la fine del ‘900, a Marano la ricchezza era accentrata in poche mani, infatti basterà che il 5 maggio 1898 venga deciso l’aumento del costo del pane per aversi già, quattro giorni dopo, una grossa sommossa popolare nella quale furono coinvolte più di 500 persone da una parte e 9 militi dall’altra. Quest’ultimi non furono sopraffatti solo perché rilasciarono in tempo i due capipopolo arrestati nelle prime ore. Di tali fatti, alla cui origine non è da escludere l’intervento del partito socialista maranese (allora concentrato massimamente nella Società Operaia di Mutuo Soccorso), si conclusero solo a tarda sera. L’amministrazione non volle comprendere perché tutto ciò era successo, ma si limitò a condannare i manifestanti e, contemporaneamente, a procedere a un “encomio solenne al solerte Brigadiere dei R.R.C.C. che nei tumulti verificatisi la sera del 9 andante seppe con zelo ed abnegazione inaudita affrontare la morte e sedare la rivolta evitando un eccidio”.
Furono pure solennemente encomiati quattro cittadini che in quelle tragiche ore avevano scelto di stare con la repressione. Erano: Francesco Poerio, Gaetano Garafa, Vincenzo Biondi e Vincenzo Diuretto. A tutti costoro un omaggio di L. 200 come segno di “gratitudine”.
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