Un gioco e un personaggio del passato
Dino Rosiello, cultore di memorie storiche di Napoli, posta su facebook la foto di un gioco del passato: “A mazza e ‘o chirchio”. A Peppe Trinchillo, calvizzanese, emigrato diversi anni fa a Gorizia, gli ritorna in mente “Zi Rabbiè”, personaggio del passato, molto noto a Calvizzano, che i “chirchi” (cerchi delle biciclette) li aggiustava, e posta una sua poesia:
Zi Rabbiè tiene nù chirchje?
chiste 'è tutte sturzellato,
a nuje 'è rimasta sul'a mazza.
Jamme nun facit' o tirchie!...
quante canghere abbuscate
si ò vennite 'a fierre viecchje?
Guaglù, guardate la,
ncoppo 'o muntone.
Ngià 'a dda stà nu cupertone,
er 'a rota e nu Giler.
Chille pur ruciulea!...
Jamme bell! aller, aller.
È vedimme dà fennì
ogni matina stà zazzuela!
si no, quant' è cert Dio,
ò jate 'a truvà ndà via Elije.
La via Elia, per i meno ambienti, un tempo era una sorta di discarica dove si poteva trovare di tutto: qualche pentola d'alluminio, qualche filo di rame da spellare, e... se ti andava bene, anche un vecchio cerchio di bicicletta da raddrizzare. Ma ò Zi Rabbiele, (Dio l'abbia in Gloria), ngè lo dava già bello dritto.
Quanne ò truvaveme adderitto...!
Ma quann' a matenata nunn'er matenata, pecchè a capa nun setva 'ncapa, allora era meglio non insistere.
‘A mazza e ‘o chirchio
‘A mazza e ‘o chirchio (la mazza e il cerchio): il cerchio di metallo poteva essere recuperato dalle fasce che tenevano unite le botti o dalle ruote delle biciclette ( togliendo i raggi) o ci si adattava con quel che si reperiva come il ragazzo nella foto , giocando da soli...la mazza, di legno o metallo, con l’estremità curvata ad U. Ogni giocatore doveva percorrere con il cerchio un percorso prestabilito guidato soltanto con la mazza. Durante la corsa il cerchio non doveva cadere: nel caso si veniva eliminati o si riceveva una penalità. Vinceva chi, col minor numero di penalità, concludeva il percorso realizzando il tempo migliore.
Di “Zi’ Rabbiele” ne parla il poeta Giorgio Zapparella nel suo libro “Il bambino con le ginocchia sbucciate”, in programmazione da diversi anni: dovrebbe essere pubblicato nel 2022
Detto e conosciuto da tutti come “zi’ Rabbiele”, anche gli adulti lo chiamavano così perché in effetti zi’ Rabbiele aveva quasi cento anni. Non saprei dirvi molto sulla sua statura perché stava sempre seduto: lo ricordo con le mani sporche di grasso come i suoi vestiti, portava sempre una "coppola" in testa e indossava maglioni anche d’ estate. Era sempre raffreddato e se ne stava seduto a ridosso del suo negozio su una sedia da bambini, intento a riparare bici. La sua cassetta degli attrezzi era un secchio di latta: dentro ci trovavi di tutto. Per noi ragazzi, il suo negozio era una sorta di" cimitero delle biciclette", dove, ammassate in un angolo, c’erano carcasse di ogni dimensione. Era sempre un piacere esplorare il suo negozio e parlare con lui, un uomo cortese e molto simpatico, che, nonostante quella confusione, riusciva a trovare sempre ciò che gli serviva, senza mai scomporsi più di tanto. In quel “cimitero di biciclette” Gabriele custodiva le rotelle della mia prima bici e me le mostrava ogni qualvolta passavo da lui. Credo che per lui fosse un modo per farmi notare quanto stavo crescendo e quanta strada avrei potuto fare. Io l’ho ricambiato portandolo fino ad oggi nel mio cuore.
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