Marano, i lavori per la realizzazione delle vasche di accumulo idrico C1-C2-C3 e Pendine iniziarono nel 1991 e terminarono nel 1996: per la manutenzione straordinaria previsti circa 2milioni di euro
Foto centrale pompaggio pubblicata nel 1996 dal giornale "L'attesa" |
La messa in funzione della centrale elettromeccanica di sollevamento e accumulo di via San Rocco (C1) risale al 1996: l’impianto, finanziato dalla ex Cassa per il Mezzogiorno, nella sua globalità costò 7 miliardi e mezzo di vecchie lire. I lavori iniziarono nel 1991: durarono cinque anni, ma furono interrotti più volte. Attraverso un sistema di pompaggio, porta 6mila metri cubi di acqua sulla collina dei Camaldoli, precisamente nelle vasche della Recca, a un’altezza di 70 metri. Così il prezioso liquido può arrivare nelle case per pressione naturale con una capacità di risalita fino a 200 metri. Il sistema di pompaggio è andato diverse volte in tilt per mancanza di manutenzione. Nel piano triennale delle opere pubbliche 2021-2023 sono stati stanziati 1(un milione) 994.mila 916,72 euro, fondi chiesti alla Regione per la manutenzione straordinaria delle reti e degli impianti idrici comunali. Recentemente sono stati spesi 74mila236,17 euro per la vori di manutenzione agli impianti di sollevamento idrico C2-C3-Pendine, mentre non sono stati ancora realizzati i lavori di adeguamento al D.Lgs 81/2008 degli impianti di sollevamento denominati C1 e C2 di via San Rocco e Pendine di via Marano-Quarto, programmati nel 2017, durante la precedente gestione commissariale, da finanziare attraverso residui di vecchi mutui (ribassi di gara non utilizzati) accesi con la Cassa Depositi e Prestiti per la somma di 888mila628 euro.
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