Calvizzano, serve una nuova visione urbanistica del territorio

                                             


Va rivisto il puc approvato dagli ex commissari straordinari, perché abbiamo rilevato diversi i problemi”: lo dichiarò il sindaco Pirozzi nel consiglio comunale del 15 luglio 2021. Concordiamo, ma bisogna passare dalle parole ai fatti e cominciare  a pensare a una nuova visione urbanistica del territorio

Piano urbanistico redatto durante la gestione degli ex commissari straordinari da rivedere in vari punti, poiché sono stati riscontrati diversi problemi sia dai tecnici comunali che dai cittadini”. Lo dichiarò il sindaco nel Consiglio comunale del 15 luglio 2021, in risposta all’interrogazione dell’allora consigliere di minoranza Giuseppe Santopaolo del gruppo “Vinciamo per Calvizzano”, poi passato in maggioranza.

Va affrontata la questione delle dimensioni dei balconi – aggiunse Pirozzi –. Un altro problema rilevato riguarda l’altezza dei sottotetti, poi un’area di proprietà comunale, destinata nel vecchio puc a edilizia scolastica, nel nuovo è verde attrezzato, per cui occorre una variante urbanistica per costruire ex novo una scuola per l’infanzia”.  

Pirozzi, inoltre, sottolineò altre due questioni da rivedere:  quella delle opere di urbanizzazione da realizzare sulle macro aree dove è prevista l'edificabilità e quella dell'Imu caricato sulle zone B1 del centro storico, tra l'altro non edificabili.

Non vi è alcun dubbio che queste problematiche debbano essere affrontate quanto prima, in special modo quello delle varianti urbanistiche, nel contempo bisognerebbe iniziare a pensare a una rivisitazione del puc, intervenendo sui punti di debolezza, cioè quelli che non garantiscono  una nuova visione urbanistica di futuro,  tenendo conto dei fondi PNRR per la ripresa e la resilienza che potrebbero cambiare il volto del nostro paese, contribuendo a renderlo più abitabile, accogliente, bello e con meno disuguaglianze.  

Ecco alcuni passaggi dell’articolo di Michelangelo Russo, direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli, pubblicato dal quotidiano  “la Repubblica-Napoli”. Un pensiero autorevole che condividiamo anche nelle virgole

Il futuro della città (si parla di Napoli, ma il concetto vale anche per Calvizzano, Marano e qualsiasi altra realtà della cintura metropolitana) si gioca sulla capacità di modificarne il suo stesso corpo, nell’instabile equilibrio tra innovazione e valori della storia, in una condizione di palese ritardo accumulato nel contrastare i rischi globali – prima di tutto il climate change (cambiamento climatico) – per la sicurezza, lo sviluppo e la qualità dello spazio urbano. Pandemia, cambiamenti climatici, rischi territoriali, diseguaglianza e marginalità sociale reclamano con forza un ritorno alla pianificazione come attitudine istituzionale al progetto, improntata sull’ascolto dei soggetti più deboli e fragili…( ). Occorre un progetto che sia in grado innanzitutto di lavorare sulle reti: la rete della mobilità, con il potenziamento del trasporto pubblico integrato con lo spazio aperto e pedonale; le reti ecologiche, per limitare la frammentazione ambientale; le reti del welfare, per rilanciare i servizi assenti; le reti energetiche, per una produzione ed un uso dell’energia in forma innovativa. L’incrocio di queste reti è la città pubblica, bene comune da consolidare con strategie di sviluppo ecologico e non dissipativo, per una nuova qualità dello spazio sociale e urbano…( ). Una nuova urbanistica sarà il riferimento per indirizzare interventi e progetti per una città più vivibile ed equa, volti alla cura degli spazi pubblici e dei parchi urbanidei servizi e della mobilità sostenibilein cui attivare un nuovo senso di appartenenza, nelle parti storiche come nei luoghi dimenticati e marginali del periurbano e delle periferie: un progetto politico in grado di arrivare a tutti, di creare collaborazioni e sinergie, di co-produrre un’idea aperta e condivisa di futuro.

Alcune nostre considerazioni

Parchi urbani a Calvizzano, un’ampia zona destinata a parco urbano  è prevista nel puc, ma bisogna realizzarlo; a Marano, un parco urbano era stato programmato in un appezzamento di terreno di ampie dimensioni, situato tra via Lazio e via Baracca, finanziato con i fondi Più Europa, poi svanito chissà per quale motivo.

Mobilità sostenibile: bus elettrici e micrometrò, il tram leggero, finanziato per 30 milioni, poi sfumato, che avrebbe dovuto collegare i Comuni di Marano, Calvizzano, Mugnano e Villaricca alla stazione del metrò collinare di Piscinola.

 

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