“Svolta a Calvizzano, dopo circa 40 anni arriva un nuovo piano urbanistico: diverse le criticità, ma…va bene così”. Riproponiamo l’articolo pubblicato da calvizzanoweb a giugno 2020 sperando che gli attuali amministratori adottino gli opportuni aggiustamenti
Approvato definitivamente il Piano urbanistico: la città lo attendeva da circa quarant’anni. Quattro proposte nell’arco degli ultimi vent’anni: tutte “abortite”, nonostante l’iter delle ultime due, quella targata Granata (sindaco di Calvizzano dal 2008 al 2012) e quella Salatiello (ex sindaco deceduto a luglio 2017), erano quasi giunte a termine. Va dato atto ai tre funzionari dello Stato di aver avuto coraggio, perché non si sono limitati alla gestione ordinaria del Comune: invece di revocare il Puc (ascritto nelle motivazioni dello scioglimento del Consiglio comunale per camorra), lo hanno riadottato e completato. Noi di calvizzanoweb siamo stati gli unici a credere che questa svolta epocale sarebbe avvenuta. E così è stato. E’ un Piano che non ci piace, pieno di criticità, in ogni caso resta un punto di partenza per lo sviluppo, seppur a scartamento ridotto, della città. Un piano che, in prima battuta, era stato da noi giudicato positivamente nei contenuti, a condizione che sarebbero stati adottati opportuni aggiustamenti, proposti anche dal nostro blog e dal partito democratico, ma non presi in considerazione. E’ un piano che non ci piace (“repetita iuvant”), in quanto sono pochi i punti di forza (tra cui sicuramente quello di aver spezzato diversi business e di aver forse lasciati a “bocca asciutta” coloro che, nell’ultima proposta di puc, si sarebbero prodigati per amici e parenti, assicurandogli che i rispettivi appezzamenti di terreno venissero collocati nei “posti giusti” dello strumento urbanistico?). A qualche politico, invece, sarebbe andata bene, ma per puro caso. Molti, invece, i punti di debolezza: aree fortemente antropizzate, dove si potrà ancora costruire (zona Palmentata) e zone periferiche, come quella di San Pietro e via Corigliano, dove sono rimasti tanti ma tanti terreni agricoli. Un puc scadente, a nostro avviso, sulla viabilità: pochissime le strade da realizzare ex novo; nessuna alternativa al vicoletto stretto di via Garibaldi dove è concentrato tutto il traffico cittadino, senza aver previsto, cosa sbagliatissima, l’allargamento della parte finale di via Pietro Nenni, la strada che sbuca a Marano, di fronte alla media Alfieri, dove diventa un problema la circolazione se si incrociano due auto; svanito l'allargamento di via Caduti di Superga, una stradina fondamentale per l'accesso alle strutture sportive. Per non parlare della zona cooperative di via Moro “condannata” a essere un agglomerato di case senza servizi. Vanificata una battaglia ingaggiata dagli abitanti di questo spicchio di periferia abbandonata che dura da oltre vent’anni, da quando la ferita inferta da buona parte di una classe politica sciatta, indecente e cialtrona, decise di bloccare i lavori di realizzazione di strutture di verde attrezzato sui suoli confinanti con il condominio “La Pineta” (programmati per evitare che la 167 restasse solo un agglomerato di case abbandonate), per spostarli accanto alla villa di un noto personaggio politico dell’epoca. La questione sembrava fosse stata risolta: negli ultimi due puc adottati (quello delle ex amministrazioni Granata e Salatiello), i cittadini avevano riottenuto la dignità che gli era stata tolta (case comprate con sacrifici e sudore con il diritto di superficie, cioè in una sorta di comproprietà con il Comune), poiché quell’area aveva riacquistato la sua destinazione originariamente prevista nel piano PEEP (Piano Edilizia Economica Popolare). Potremmo continuare ancora, ma serve a ben poco in quanto non si può più tornare indietro. L’importante è che la svolta sia avvenuta, vista l’incapacità delle varie classi politiche degli ultimi vent’anni che non sono riuscite a portare a termine il piano urbanistico. I commissari, invece, hanno portato avanti una mission importante, togliendo le castagne dal fuoco ai prossimi amministratori. Concludiamo ripetendo che si tratta di un evento sicuramente positivo per lo sviluppo della città, poiché si attendeva un nuovo puc da circa quarant’anni, negativo per chi sperava che ci sarebbe stata una rivoluzione urbanistica, a nostro modesto parere non avvenuta e le modifiche tanto auspicate dai cittadini, Movimenti, associazioni e partiti, non sono state proprio prese in considerazione. Ora gli amministratori che verranno dovranno avere il coraggio di rimediare a carenze ed errori: ma... lo faranno?
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