Hitler, “da pittore e architetto mancato a spietato dittatore”: i suoi dipinti analizzati dallo scrittore ed esperto d’arte Enzo Salatiello
Adolf Hitler da giovane si ritrovò a vagare per i dormitori pubblici e tra i mendicanti. Questa sua condizione di estremo degrado ci anticipa quella che fu la sua intima personalità: patologica, debole e instabile. Del dittatore è inutile parlarne dato che risulta celebre allo stesso livello del demonio. In gioventù egli coltivò in modo velleitario il sogno della pittura e dell'architettura. Alcune sue opere sono una testimonianza molto efficace dei suoi handicap creativi ed emotivi:
la prima foto riguarda un suo dipinto dell'Alterhof o vecchia corte a Monaco di Baviera (egli, proveniente dall'Austria si stabilì qui negli anni '20 del secolo scorso e sempre qui tentò il colpo di Stato del novembre 1923). Questo cortile è la prima residenza della famiglia reale che governò la Baviera fin dal Medio Evo. La scena è a metà strada tra un disegno infantile e una creazione scialba e senza personalità. Di cartoline in vendita nei negozi di souvenir simili a queste ve ne sono a migliaia e tutte fatte al momento. Sempre uguali. La linea che attraversa la strada è dritta come prodotta da una squadra, un elemento a mezza via tra un disegno tecnico e uno artistico. Il bovindo (finestra a sbalzo) che vedete in fondo è uguale nei dettagli e nel colore così com'è oggi. Tutto quello che c'è intorno non esiste più a causa dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale, al suo posto ora ci sono nuove costruzioni. L'angolazione del soggetto taglia quasi fuori l'albero a sinistra. Segno non casuale della spiccata necrofilia del suo carattere, potrebbe sembrare un caso ma non lo è, c'è una motivazione comprovata se affermiamo ciò: egli riassettò i centri urbani di Berlino e Monaco cancellando prati e giardini preferendo un'architettura squadrata, spoglia, fredda, come successe alla piazza monacense di Königsplatz, (Piazza del re) dove avvenivano le adunate e le parate militari del partito nazista. Fino agli anni '80 la piazza aveva ancora i lastroni di granito al posto del prato originario e solo dopo questi anni il sindaco fece ripristinare i prati. Il concetto di arte del dittatore e del Nazismo è ben spiegato nella nota vicenda dell'arte “degenerata” che la dittatura condannò mettendola al bando e si trattava dei capolavori dell'impressionismo e dell'astrattismo ma non solo.
La seconda opera è simile alla prima e così tutte le altre, in questo caso si tratta di un'altra scena cittadina di Monaco: la celebre birreria Hofbrauhaus. Sembra un frammento di un cartone animato. Nessun elemento personalistico, nessuna idea che tratteggi un suo modo di cogliere la realtà fattuale, le linee squadrate dei tetti e delle finestre e soprattutto quelle della piazza: coerenti con un modello geometrico che nulla ha a che fare con la libera creazione.
L'ultima foto, la numero 4 è ancora una scena di Monaco: la celebre piazza del colpo di Stato: Odeonsplatz. A destra si distingue la secentesca chiesa di San Gaetano. Le cupole sono di un verde che sembra un acquarello fatto da un bambino alle elementari e così anche gli alberi nella piccola piazza antistante con il monumento equestre al principe elettore di Baviera. Scene banali, come il male del nazismo e di tutte le dittature così come decretò in un importantissimo saggio la filosofa ebrea Hannah Arendt. Non illudiamoci, dietro ogni feroce dittatore c'è un vuoto spaventoso di pensiero e umanità, in questo vuoto aleggia e trova spazio solo la violenza e l'autoreferenzialità.
Enzo Salatiello
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