Calvizzano, GB Ricciardiello ha allungato la “Street View” dei ricordi: anni ’70

                                          


Dopo qualche anno sono stato ricontattato da Google per una nuova collaborazione, mi hanno ridato il casco con telecamera annessa con cui girare tra le strade di Calvizzano.
Come ricorderete si tratta di una apparecchiatura particolare che durante il percorso riesce a scattare foto che fissano l’immagine del posto ma risalente a molti anni fa.
Decido di ripartire da dove mi fermai tempo fa, cioè fuori dal mio “vico” in Via Vittorio Emanuele III ed in effetti lo devo fare per forza, perché mentre la macchina scatta, passa un camion: è quello della Nettezza Urbana, anche se lo sanno solo i calvizzanesi, visto che non reca alcuna scritta che indichi ciò. E’ semplicemente un grosso camion con cassone ribaltabile scoperto di proprietà di “Cutenon”,  ditta che svolge trasporti per l’edilizia ma che da sempre si occupa della raccolta dei rifiuti per il Comune.
Il titolare guida il camion, mentre due addetti, semplicemente svuotano i secchi che le persone lasciano ai lati della strada. Niente buste e  pochi secchi, in verità, perché la spazzatura prodotta è veramente molto poca. La plastica non è ancora  diffusa e la cultura del riciclo non è una scelta ma un naturale comportamento, per cui la carta viene riutilizzata per molteplici usi, non ultimo per accendere i camini, stufe, cucine a legno e forni per il pane, stessa sorte per gli imballaggi, ancora quasi tutti in legno, carta e cartone e per il mobilio rotto. Perfino i secchi contenitori sono frutto del riciclo, creati all’origine per contenere antiparassitari per uso agricolo come il “Foliol” o il “Foscan”, oggi questi termini risultano completamente sconosciuti, ma all’epoca,  in una Calvizzano che oltre all’agricoltura non conosceva quasi nient’altro, erano familiari come oggi lo sono Coca Cola e Nutella. Sono secchi di ferro, quasi tutti anneriti perché molti li usano anche per raccogliere le “graunelle” (carbonella) una volta che si ripulisce il forno prima di piazzarci le pagnotte da cuocere. Anche le graunelle avrebbero seguitato il loro ciclo e riciclo, sia per essere usate nelle “vrasere”, sia nei ferri da stiro e sia per pur rari barbecue, o meglio “furnacelle”.
La macchina scatta la foto di uno agli addetti allo svuotamento dei secchi e vi riconosco “Ciruzzo”, una persona che oggi avrà accumulato oltre cinquant’anni di servizio, visto che se non sbaglio è ancora in attività. Ciruzzo, già all’epoca, faceva il netturbino di notte e l’asfaltista di giorno. Nonostante la sua lunga carriera, non penso goda di grande pensione, visto che in quel passato essere “mis ‘a ‘ppost” era una condizione da privilegiati e chi ne godeva, pur rimanendo semplice operaio, era ritenuto di una classe sociale superiore.
Appena il camion va avanti e si sposta, nel vico entra il furgone di un ambulante con diecimila cose appese sopra, davanti di fianco e dietro il veicolo, per questo la foto scattata ne deriva molto caratteristica. Il furgone si ferma e ne discende l'autista, un uomo tarchiato e butterato che subito dà il suo tipico grido per richiamare la clientela, cosa dica non è affatto chiaro, ma chi lo aspetta verrà richiamato non per il contenuto del testo ma per il tono della voce inconfondibile:  roca come una marmitta di una moto potente ma ingolfata. Lui è “Austino o’ sapunar”, fumatore incallito mai visto da nessuno senza una sigaretta tra le dita, ed infatti individuare il filtro tra l’indice ed il medio, è cosa difficile, visto che tutto ormai è di un solo colore giallo paglierino.
Diverse massaie accorrono, quasi tutte con un fiasco di vetro vuoto, qualcun’altra già all’avanguardia, con piccole taniche di plastica e lì mi accorgo che la somministrazione di detersivi alla spina non è un’invenzione moderna ma un tentativo di ritorno all’antica saggezza. Austino prende subito la cannula collegata al grosso contenitore della candeggina e comincia a somministrarla alle clienti. La nuova versione della macchina fotografica è più evoluta ed oltre alle immagini è capace anche di catturare gli odori… e quelli che provengono dal furgone di Austino sono un vero e proprio mix tra l’acre e pungente della candeggina che passa nei fiaschi, al profumo del “Bravo” e delle saponette “Lux”.
Finita la vendita alla cerchia di donne, Austino sale e rimette in moto il Guzzi che riparte borbottando con un suono simile alla tosse del suo guidatore… ma l’immancabile ultima cliente ritardataria gli si para davanti, Austino con una pazienza ormai collaudata, senza spegnere mette a folle e ridiscende.
Nannì, pecchè nu’ ‘mme chiammat?” … “Oì Ro’ me penzav ch’ir asciuta”. “Austì rateme o’ sapone muolle pe’ panni e ‘na pezza ‘e terra
 Riesco a catturare anche le voci ed i suoi con questa avanzatissima macchina di nuova generazione che ho avuto in dotazione da Google.
Domani riuscirò in strada… sicuramente.


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