Il 2020 ha fatto registrare il tasso di evasione più alto (in riferimento al quinquennio 2017-2021): 47,57%. Tra Tari, Imu, acqua e altri tributi minori, su un ruolo quinquennale dell'importo di 15milioni239mila670 euro c’è stato un mancato introito nelle casse comunali pari a 6milioni244mila905 euro. Ecco perché bisognava correre al più presto ai ripari attraverso l'avvio della procedura per l'esternalizzazione del servizio di accertamento, verifica e riscossione di tutte le entrate tributarie e patrimoniali del Comune
Dai consuntivi relativi agli anni 2017-2021, emerge che il tasso medio di evasione si attesta al 40,64%, vale a dire circa 2 punti percentuale (per l'esattezza 1,78) in più del quinquennio 2016-2020, per il quale il tasso di evasione era del 38,86%, in linea con i dati degli altri Comuni del Sud.
Tabella con i dati
Inoltre, con il miglioramento dell’attività di riscossione si liberano risorse accantonate nel Fondo Crediti di Dubbia esigibilità da poter spendere e offrire più servizi alla collettività.
Per comprendere meglio, ogni Comune, nella predisposizione del bilancio previsionale, è obbligato a costituire una posta contabile chiamata "fondo crediti di dubbia esigibilità", sulla quale non è possibile impegnare e pagare.
Come dice lo stesso nome, si tratta di un importo stanziato a fronte dei crediti di dubbia o difficile esazione che potrebbero formarsi nel corso dell'esercizio di riferimento per tutti i tributi comunali: imu, tari, servizio idrico, multe, ecc. e squilibrare il bilancio.
L'ammontare dell'accantonamento a tale fondo è dato dalla media del differenziale tra accertamenti di entrata ed incassi dei cinque anni precedenti.
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